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Ganesh e il Bambino - saluti da Betlemme, Palestina

Il pulmino turistico ci scarica in una piazzetta deserta, è quasi mezzogiorno ed il sole d’agosto è accecante. A pochi passi da noi c’è un anziano seduto davanti al suo negozio, con la faccia rugosa e cotta dal tempo, la barba incolta e gli occhi verdi che brillano in mezzo al volto magro e abbronzato. Si alza, ci fa cenno di entrare e, sebbene il tempo dedicato ai souvenir sia di solito l’epilogo delle visite organizzate, mi allontano dal gruppo e lo seguo nella penombra del locale. Lascia una scia che odora di vino e bagni non frequenti ma, nonostante l’aspetto trasandato, mi inoltro serena tra i tavoli e gli scaffali del suo deposito di chincaglierie. Quest’uomo mi ispira fiducia: il suo sguardo timido e triste e lo stato di abbandono delle merci mi fanno capire che  sono pochi i turisti che riesce a convincere ad entrare. Mi sento fortunata ad essere lì.  Fatico a mettere a fuoco gli oggetti, c’è poca luce, tanta confusione e polvere ovunque: succede però che la prima statuetta su

Al mare con Afrodite - saluti da Sulfur Mine, Milos, Grecia

Immagino la bella Afrodite mentre esce dalle onde. La spuma del mare resta per qualche istante sulla sua pelle candida e rivoli di acqua salata accarezzano veloci i suoi fianchi morbidi prima di rituffarsi nel mare di Milos. Cammina a passi decisi verso la spiaggia: l'acqua le arriva ora alle caviglie ed Afrodite è quasi sul bagnasciuga, raccoglie i lunghi capelli e li strizza. Altre gocce salate tornano da Poseidone, anche se avrebbero voluto morire al sole evaporando da quella chioma color del miele.  Il mondo ama Afrodite: gli uomini la invocano ed accendono incensi nei templi a lei dedicati, gli Dei la desiderano, la corteggiano e bisticciano tra loro per stabilire chi la potrà avere come compagna. Ma Afrodite ama rifuggire dalle folle adoranti e passare momenti di silenziosa solitudine su questa spiaggia nascosta. E si sdraia al sole, con corpo nudo mollemente abbandonato ed ancora imperlato di gocce salate. La sabbia tra i capelli la fa tornare ragazzina, in quel tempo

Il sogno di Ilaria - saluti da Milano

Il sogno di Ilaria È un caldo pomeriggio primaverile, un cielo azzurro pervinca senza nuvole mi accoglie in questa Milano che trovo luminosa e piena di vita, dopo mesi di lockdown. Tutto mi sembra più pulito: il cielo che rivela il suo colore più vero, l'aria che profuma di foglie, di caffè e dei profumi delle donne, il rumore del traffico che scorre lento ma ordinato. Sembra quasi che gli imbruttiti abbiano occupato gran parte del tempo di quarantena a meditare e trovare nuove vie per incanalare lo stress. Arrivo al negozio di Ilaria: ha inaugurato questa mattina e l'ultima volta che ci siamo viste al lavoro era così eccitata per questa nuova avventura che si è dimenticata di darmi l'indirizzo giusto. Dopo qualche giro a vuoto, eccomi qui. Mentre attraverso le ultime strisce pedonali alzo lo sguardo e la vedo li, dentro al suo nuovo mondo. È bellissima ed elegante, come al solito. È altissima, più del solito. Indossa quei pantaloni scuri a sigaretta a cui solo lei e forse

Il drappo e il sale - saluti da Tsongo Lake, Sikkim, India

Tsongo è un piccolo lago montano, incastrato da qualche parte nell'Himālaya. Per arrivarci si sale con l'auto attraverso un paesaggio insolito per gente come noi abituata ai paesaggi alpini. La montagna qui è brulla e la strada si inerpica su carrozzabili spesso non asfaltate. Il fango occupa lo spazio e gli strapiombi definiscono i confini. Alcuni tratti sono avvolti nella nebbia, si intravede un tempietto scolorito dedicato a Siva, padrone di questi luoghi. Ma  la vicinanza di queste zone con il confine cinese fa si che ben poco del paesaggio sia ammantato di quella spiritualità  facile e pittoresca che fa tanta presa su noi turisti occidentali. Il fango e gli strapiombi lasciano ora spazio a interminabili piani sequenza di cemento: alti muri grigi su cui, a caratteri cubitali dipinti a mano con colori sgargianti, spiccano i nomi di battaglioni provenienti da tutti gli Stati dell'India. Ci fermiamo in un paese comparso improvvisamente dopo una curva: caseggiati squadra